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lunedì 5 ottobre 2015

Storia di ordinaria imbecillità: Alfano a Catania

Alfano a Catania (FONTE)

Angelino Alfano torna a far danni.
Il già discutibile, discusso e improprio ex Ministro di Giustizia, nonché altrettanto Ministro degli Interni ed ex vicepresidente del Consiglio, noto per la sua partecipazione in un matrimonio per nulla istituzionale ai tempi dell'ARS (sebbene, a suo dire, egli fosse ivi presente per l'amicizia con lo sposo e che della mafiosa famiglia della sposa non conoscesse alcuno), nonché per già altre interrogazioni parlamentari, giunge a Catania in una sfarzosa e scomoda festa di San Michele, scomoda perché politicamente fuori luogo e fuori contesto, visti i tagli che le Forze dell'Ordine hanno dovuto subire in un periodo di crisi che - a quanto pare non per tutti - stenta ad essere superata.
E già che c'è partecipa ad una festa non istituzionale per l'inaugurazione di un ristorante in centro, aperto in via Antonino di Sangiuliano.
Nulla di male essere ospite ad un evento privato. Ma magari fosse stata senza auto blu, scorta armata e rimozione forzata e ingiustificata delle automobili in sosta in tutta l'area orbitante piazza Manganelli si sarebbe anche potuto concedere. Peccato che il Ministro degli Interni - non sappiamo quanto di sua stessa richiesta - sia stato ricevuto come un capo di Stato in visita ufficiale. Ma la notizia è vecchia. E il danno assieme alla beffa pure.
Ma non contenti della prima beffa a danno dei catanesi, le istituzioni persistono in una vicenda che se non fosse reale vi sarebbe da ridere per la ridicolaggine,
Il Viminale ha emesso una nota dai toni per nulla istituzionali e per nulla leggeri, quelli tipici di chi ha il dente avvelenato o il carbone bagnato:
Ora ci limitiamo a dire che è un classico caso in cui la malafede, per eccesso, sconfina in imbecillità. Valuteremo azioni legali risalendo a chi ha per primo dato la notizia e a chi l'ha diffusa.
La nota si commenta da sé.
Un procedimento legale è nel frattempo partito: l'interrogazione parlamentare del deputato Walter Rizzetto su un gesto che definire grave costituisce una riduzione dei termini, nei confronti di Alfano. Il quale ricordiamo non essere nuovo ad accuse istituzionali (come quando fece togliere la videosorveglianza nei pressi dell'abitazione di un pm che ricevette minacce di morte), quasi tutte evidentemente passate nel dimenticatoio.
Buffo notare quanto il ministero che dovrebbe gestire l'ordine pubblico, per un assurdo paradosso sta lì a creare disordini.

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